Reintegrazione Imitativa


La mimesi nella reintegrazione imitativa

Quando si restaura un dipinto o un affresco con la tecnica della reintegrazione imitativa, dopo l'intervento è quasi impossibile distinguere l'intervento del restauratore dall'opera che si è deciso di riportare all'antico splendore.

Si chiama reintegrazione imitativa, o anche mimetica, proprio perchè consiste nel ricostruire le lacune nel soggetto dipinto così come si immagina fossero in passato. Le altre tecniche di reintegrazione lasciano delle differenze tra le parti reintegrate e le originali, spesso infatti sono eseguiti solo dei tratteggi capaci di armonizzare le parti rovinate con il resto del dipinto.

Reintegrazione imitativa sottotono

E' una particolare modalità di restauro imitativo, dove si utilizzano dei colori di una tonalità leggermente più chiara rispetto al resto dell'opera. Questo consente di riconoscere, ad una visione ravvicinata, le parti restaurate, proprio come negli altri tipi di reintegrazione.

Polemiche sul restauro imitativo

Uno dei postulati fondamentali del restauro è che quest'ultimo deve essere riconoscibile rispetto all'opera. Infatti il restauratore è un professionista che consente la fruizione totale di un'opera d'arte, in tutto il suo splendore, ma non deve anteporsi all'artista.

Quando la reintegrazione imitativa diventa competitiva

Il restauro tramite tecnica reintegrativa imitativa consente di ottenere dei risultati di straordinaria somiglianza con l'opera originale, però si deve far attenzione a non mimetizzare l'operazione in modo che non sia percepibile all'occhio, in questo caso si rischia di entrare in competizione con l'artista.